sabato 10 marzo 2018

Per Grazia siamo salvati!


«In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà … Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora.» (2Cr 36,14-16.19-23)


«Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati.» (Ef 2,4-10)

« … Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.» (Gv 3,14-21)

​La quarta domenica di quaresima è detta “domenica Laetare” per la prima parola dell’antifona  d’ingresso: «Rallegrati Gerusalemme …». La Parola di oggi, inoltre, ci indica per che cosa rallegrarci: Dio ci ama!
Già nella prima lettura tratta dal libro delle Cronache, infatti ascoltiamo che Il Signore … aveva compassione del suo popolo e della sua dimora; Dio, che è Amore (Cfr. 1Gv 4,8), ama il suo popolo in maniera “viscerale”, tanto da esserne “geloso”: dopo averlo ammonito senza successo, si allontana per un po’ dal popolo per fargli sperimentare quanto ha bisogno di Lui.
San Paolo, nella seconda lettura tratta dalla Lettera agli Efesini, presentandoci il perché nostra salvezza torna a parlarci dell’Amore di Dio: siamo stati salvati per il grande amore con il quale ci ha amato. Un amore che si manifesta pienamente in Cristo. È mediante la Passione, Morte e Resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, infatti, che siamo passati dalla morte alla vita, dalla schiavitù del peccato alla libertà dei figli di Dio. 
Per grazia siete stati salvati. Non sono le nostre opere ad acquistarci la salvezza, ma è la salvezza, l’Amore di Dio “effuso nei nostri cuori” (Cfr. Rm 5,5), che ci permette di compiere le opere dei figli di Dio.
La proclamazione dell’amore di Dio per l’umanità, in fine, quest’oggi raggiunge il suo culmine nel Vangelo: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito». Per la nostra salvezza Dio dà tutto se stesso, si compromette con noi, si consegna nelle nostre mani fino ad essere crocifisso, per mostrarci la misura del Suo Amore.
Il motivo per cui quest’oggi la liturgia ci invita a rallegrarci, quindi, è l’amore gratuito di Dio per noi, il fatto che siamo salvati per grazia, senza nostro merito.
Per grazia siete salvati. La salvezza che il Signore ci ha acquistato con la Sua Passione, Morte e Resurrezione è rivolta a tutti, tutti il Signore vuole salvare. Ma tale salvezza per grazia è un dono e come tale comporta la libera accettazione da parte dei destinatari. Per questo oggi Gesù paragona il suo mistero pasquale all’innalzamento del serpente nel deserto (Cfr. Nm 21,8s). Come Israele nel deserto è chiamato a guardare alla “conseguenza del suo peccato” per essere salvato dalla morte (i serpenti vengono mandati proprio per rendere visibile il “veleno” della mormorazione), così anche il popolo della Nuova Alleanza è chiamato volgere lo sguardo “a colui che hanno trafitto” per ottenere la liberazione dal peccato.
Il dono gratuito dell’Amore di Dio ci chiama quindi a responsabilità, ci chiede di accoglierlo e di corrispondervi. La prima cosa che siamo chiamati a fare è quindi accogliere questo amore, crederci! Il Vangelo di oggi afferma: «chiunque crede in lui» non va perduto, ma ha la vita eterna. Solo dopo averlo accolto, avere creduto all’amore che Dio ha per noi (Cfr. 1Gv 4,16), potremo corrispondervi.
L’autore della prima lettera di Giovanni ci indica “come” corrispondere all’amore di Dio: «Se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1Gv 4,11).
Guardare a Cristo, accogliere il Suo Amore, significa, quindi, in prima istanza, credere a questo amore, avere fiducia in Lui anche quando non “capiamo” e non percepiamo il Suo amore. Una fiducia che non può essere solo esteriore, “verbale” («non chi dice Signore, Signore …»), ma che deve tradursi in gesti concreti, in una vita che, sull’esempio del Maestro, sa farsi dono.
Oggi Gesù ci ha assicurato che «chiunque crede in lui» non andrà perduto e avrà la Vita eterna. A questo punto, però, è il caso di domandarci: “Io credo in Lui?”. Non rispondiamo affrettatamente, ma guardiamo alla nostra vita, a ciò in cui confidiamo, a ciò di cui siamo convinti di non potere fare a meno … “Io credo in Lui?”
Fr. Marco

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